L'estate addosso
Da diversi giorni il caldo - e il sole -hanno cominciato a non dare tregua.
Se per il caldo sappiamo bene come proteggerci, soprattutto dai colpi di calore, per il sole in spiaggia, ma anche in città è bene fare un pò di chiarezza.
Questo è il momento di programmare una strategia di protezione solare della pelle, per aiutare la produzione di melanina, la nostra migliore difesa dai raggi UV.
La melanina - é quel pigmento scuro responsabile della nostra bella abbronzatura, non compare appena ci esponiamo al sole, ma ha bisogno di 72 ore per essere prodotta. E’ la difesa che il corpo mette in campo per difendere le cellule della pelle.
Questa prima riflessione serve a scardinare un mito: non abbronzarsi nell'immediato non è dovuto all'uso delle protezioni solari, che sono essenziali per proteggere la pelle dai danni causati dal sole, il sopraggiungere dell'abbronzatura in ritardo è un processo naturale, ecco perché non bisogna mai rinunciare a una protezione solare anche quando si ama una pelle abbronzata che dona un aspetto elegante e sano.
Il rischio di queste settimane sono proprio i week end, troppo brevi, nei quali si desidera da subito avere un bel colore: esporsi senza una protezione vi farà avere solo una pelle arrossata e sciupata.
Acquistare un solare sembra sempre molto complicato: non deve essere appiccicoso, non deve formare quella patina di bianco che ci fa subito sembrare dei fantasmi, dovrebbe essere invisibile e dalla texture leggera e soprattutto con i "filtri" giusti.
Ma cosa significano tutte le sigle che troviamo sulla nostra crema preferita?
L'indice PA è il grado di protezione UVA e indica il grado di protezione dai raggi UVA, hanno 4 livelli PA+, PA++, PA+++ e PA++++. In pratica PA+ sta per protezione UVA molto bassa; PA++ indica protezione UVA bassa; PA+++ si riferisce a protezione UVA media; PA++++ è invece quella alta».
Ma che differenza c'è tra UVA, UVB e IR?
I raggi UVA sono quelli che attraversano l'epidermide per raggiungere il derma e l'eccessiva esposizione a questo tipo di raggi UV danneggia la struttura del collagene e dell'elastina, le proteine che rendono la pelle soda ed elastica. Quando vengono alterate queste due sostanze, le molecole perdono le loro proprietà fisiche e la pelle diventa meno elastica e così si formano le rughe.
I raggi UVA causano anche stress ossidativo nelle cellule, producendo radicali liberi. Quindi sono i raggi più pericolosi per la bellezza della nostra pelle.
I raggi UVB penetrano nella pelle solo molto superficialmente, rimanendo sullo strato superiore, l'epidermide. Essi attivano il processo di abbronzatura. Oltre ai vantaggi estetici l'abbronzatura, è anche la naturale protezione solare della pelle, che è il risultato dell'aumentata produzione di melanina. La melanina è il pigmento che dona alla pelle il suo colore e aiuta a proteggere il nostro DNA assorbendo i raggi UV. Ma l'intensa esposizione al sole interrompe la produzione di melanina e genera la comparsa di macchie di iperpigmentazione. I raggi UVB hanno anche l'effetto di far moltiplicare le cellule dell'epidermide, provocando un indurimento dello strato corneo, così da rendere la pelle più resistente e impedendo ai raggi del sole di penetrare in profondità. Un'altra funzione dei raggi UVB è aiutare la sintesi di vitamina D, che serve a fissare il calcio nelle ossa e a renderle robuste.
Quando scegliamo una protezione solare dovremmo comprenderne una con un ampio spettro di protezione: raggi UVB e UVA possono provocare molti danni. Per questo molti prodotti sono la combinazione di più filtri solari: SPF significa infatti Sun Protective Factor è misura il livello di protezione contro i raggi UVB.
I filtri solari sono raggruppati in 4 livelli: SPF 6-10: bassa protezione UVB; SPF 15-25: media protezione UVB; SPF 30-50: alta protezione UVB; SPF50+: protezione UVB molto alta.
Infine la dicitura IR significa infrarossi: causano la diminuzione delle fibre di collagene, accelerando di conseguenza il processo di invecchiamento cutaneo, con la comparsa di rughe e macchie scure. I raggi IR non sono schermati dalla melanina: riscaldano e disidratano l'epidermide, creando la familiare e fastidiosa sensazione di calore e bruciore. Non ci sono filtri contro gli IR, la tecnologia cosmetica utilizza ingredienti per la protezione solare che limitano gli effetti di IR, come ad esempio gli antiossidanti.
Da ultimo, ma non per importanza, troviamo il PPD che è l’acronimo di Persistent Pigment Darkening, e valuta la protezione offerta dai filtri solari contro le radiazioni UVA.
Se la pelle non è protetta l’esposizione al sole può dare origine a due tipi di abbronzatura: una immediata entro un'ora dall’esposizione e puo durare fino a3-4 giorni provocata dai raggi UVA. L’altra invece si manifesta unpaio di giorni dopo l'esposizione ed è provocata dai raggi UVA e UVB.
Se ci abbronziamo, significa che i raggi UV sono già penetrati nella pelle e la melanina sta lavorando, forse troppo, per cercare di proteggere le cellule della nostra pelle.
Se applichiamo la giusta protezione solare agli intervalli giusti, ridurremo la produzione di melanina, e di abbronzatura, perché il sunscreen farà da primo strato di difesa.
La melanina sarà prodotta, ma in una quantità inferiore. In quest'ottica il metodo di valutazione PPD, misura la protezione offerta dai filtri solari dall'abbronzatura immediata, cioè quella provocata dai raggi UVA. Il livello di PPD si misura con i numeri: 10 significa che la pelle impiegherà circa 10 volte più tempo a colorarsi immediatamente, rispetto a quanto non farebbe se fosse protetta. PPD 20 significa che la pelle impiegherà circa 20 volte più tempo ad abbronzarsi, rispetto a quando non è protetta.
Insomma l’abbronzatura che ci piace tanto nasconde molti rischi ed insidie per la nostra pelle, quindi fate bene attenzione alla vostra crema solare, al tempo di esposizione e alla vostra idratazione…e buone vacanze a tutti.